Un tritaghiaccio è un elettrodomestico che spesso viene considerato poco, ma andando a guardare più nel dettaglio scopriamo che è davvero un oggetto dai mille utilizzi e dalle altrettante funzionalità. Non viene ricordato abbastanza che il ghiaccio può davvero essere utile in decine di occasioni, e non solo per quel che riguarda le bevande.
Ma non tutti i tipi di ghiaccio sono uguali e non lo sono nemmeno tutti modi per tritarlo. Scegliendo un tritaghiaccio, quindi, quanto conta la potenza e quanto la velocità per quel che riguarda i modi di tritare? In che modo va scelta la velocità? Quante tipologie di velocità esistono?
A tutto questo, cercheremo di dare una risposta con questo articolo: vedremo le specifiche tecniche di ogni tritaghiaccio e i migliori modelli.
A cosa può servire un tritaghiaccio?
Prima di passare a parlare della velocità, e quindi inevitabilmente della potenza, bisogna spendere due parole sugli utilizzi di questo elettrodomestico così duttile e versatile.
Il trito di ghiaccio o la granella, tra l’altro, è un elemento culinario molto utilizzato in diverse occasioni. È ovvio che venga utilizzato soprattutto per le granite, i cocktail e le bevande in generale, ma non si devono dimenticare i frappè, gli smoothie (frullati), i gelati.
Per la cucina vera e propria, il ghiaccio tritato viene spesso usato come terreno su cui adagiare il pesce fresco durante un antipasto, oppure per servire frutta e verdura e far mantenere loro un aspetto gradevole e luminoso. Insomma, come potete vedere, le possibilità che offre il ghiaccio tritato sono infinite.
Da cosa è composto un tritaghiaccio?
Ma com’è fatto un tritaghiaccio nel dettaglio? È importante conoscere le sue parti, così da poter analizzare al meglio le caratteristiche che riguardano la velocità. Le parti che andremo a vedere sono “standard”, ovvero diciamo che in linea di massima appartengono a tutti i tritaghiaccio.
Innanzitutto c’è il coperchio, che nei modelli manuali e semi manuali serve a spingere il ghiaccio verso le lame. Poi la base, che racchiude nei modelli elettrici il motore. Sempre nei modelli elettrici troviamo l’asta di sicurezza, il sensore che avverte se il ghiaccio ha superato i livelli consentiti, spie e led di vario tipo e l’involucro più esterno, che protegge l’elettrodomestico da urti e graffi. Infine le lame, fondamentali per tritare il ghiaccio.
La velocità nei modelli di tritaghiaccio: quale scegliere?
Veniamo al dunque, ma con un’altra premessa fondamentale. Per parlare di velocità, non si può non parlare dei vari modelli presenti sul mercato. Sì, perché i tritaghiaccio non sono tutti uguali e soprattutto non sono tutti elettrici.
Parlando di velocità in senso proprio, dunque, non possiamo che prendere in considerazione i modelli elettrici e quelli semi manuali (o ibridi, appunto): sono i tritaghiaccio con un motore e con una potenza ben precisa possono vantare di avere una velocità sufficiente ad assolvere i compiti.
Dovete sapere infatti che la velocità e la potenza del motore sono strettamente collegate. I modelli elettrici e semi manuali solitamente indicano la potenza del loro motore in watt, perciò è importante che teniate in conto il wattaggio quando andate a comprare un tritaghiaccio. Dalla potenza dipende tutta una serie di cose, tra cui la quantità di ghiaccio che potete produrre. Il minimo sindacale è di 300 watt: sotto questa cifra, il motore potrebbe non essere all’altezza (e a quel punto vi conviene acquistare un modello manuale).
Dalla velocità, poi, cosa dipende? Qual è il risultato di una velocità superiore delle lame? Beh, dalla velocità dipende principalmente il modo in cui volete tritare il ghiaccio. Utilizzando opzioni per velocità elevate o sostenute, il risultato sarà una granella finissima (sarebbe ghiaccio definito “a neve”). Se invece vi tenete su velocità più basse, il risultato sarà un ghiaccio più “a pezzettoni”.